Grato a Clara, conoscenza nata sempre in ambito “godereccio” per essere stati presentati dal comune e caro amico Massimiliano (entrambi grandi ed esperti bevitori!) ormai trapiantato in Polonia, mi sono potuto unire a questa brigata di seri ed appassionati professionisti che con altrettanto entusiasmo e “al buio” hanno accettato il mio ingresso, scelte queste che mi onorano per l’opportunità concessami, ma al tempo stesso mi onerano dell’impegno di non deludere chi ha creduto nella mia esperienza e passione per il diritto, in questo caso dedicato al mondo del vino, che, per una serie di felici coincidenze, ho cominciato ad esplorare ed approfondire con sempre maggiore curiosità ed interesse.
Ho infatti scoperto il piacere di conoscere ed applicare regole ad hoc studiate e calibrate per questo prodotto naturale della vita che, ormai da tempo, costituisce un valore prezioso non soltanto come alimento che l’anno passato, nonostante la pandemia, ha registrato un consumo di circa 300 milioni di ettolitri, ma, anche e soprattutto, risorsa economica per i produttori, per il mercato, nazionale ed estero, per gli operatori e perché no, vanto e testimonial della nostra nazione.
Ed allora è sicuramente giustificata l’attenzione del diritto per regolare questo ambito e le sue dinamiche, ma, come normale che sia anche in queste declinazioni, il diritto è sempre in affanno rispetto alle evoluzioni e ai fenomeni che interessano la barbatella fino al prodotto finito, dall’etichettatura alla distribuzione, passando per le nuove forme di promozione e vendita, alle formule di marketing secondo le quali il “vino va raccontato”, passando per le IoT o altre nuove tecnologie a servizio del prodotto e suoi operatori.
Con l’occasione che mi è stata offerta, per la quale ringrazio tutto il team di Wine Tales Magazine, sperando che sia la mia proposta condivisa ed accettata anche e soprattutto dai lettori, mi avventuro nella missione di rendere più accessibile e soprattutto più pratico ed utile, (ma non per questo meno scientifico ed approfondito), un viaggio nel mondo del diritto del vino o della Wine Law (utilizzo delle diverse espressioni in relazione al contesto in cui ci troviamo, nel senso che la versione in lingua inglese fa “fico”) un vero e proprio corpo normativo che si arricchisce sempre più di materie e di ambiti da disciplinare, approcciando, magari anche con i suggerimenti che verranno dai lettori e dagli esperti e soprattutto dalla Redazione, tematiche ed argomenti che oltre al dato giuridico (per non smentirmi come avvocato…), prevedono il coinvolgimento dell’informatica, del mondo digitale, non escluso quello del marketing e della comunicazione… insomma diritto del vino… 4.0.
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