Uno sguardo al futuro immersi nella terra e nel vino

Uno sguardo al futuro immersi nella terra e nel vino

Basta aprire il computer e cercare castello di Solfagnano per iniziare a sognare.

Una terra ritmata dai filari di vite, un Castello che domina una valle scandita da dolci movimenti del terreno, una famiglia che si è dedicata al vino e alla valorizzazione di un territorio.

Siamo in provincia di Perugia, e l’azienda produce vini e olio extra vergine su una proprietà di 60 ettari circa.

In un contesto che pare già perfetto si insinuerà, con grazia e con molta personalità, l’opera dell’architetto toscano Simone Micheli. Il progetto, che possiamo qui vedere in ANTEPRIMA, richiama in tutto e per tutto la filosofia coraggiosa del progettista, improntata a colpire immediatamente l’attenzione con segni formali decisi, ma sempre finalizzata al comfort e al benessere psicofisico di chi abita le sue architetture

Un approccio, come dichiara lo stesso architetto, “non invasivo, fortemente contemporaneo, che sappia condensare la complessità in un gesto architettonico semplice”.

E quindi ecco apparire un corpo poliedrico che pare adagiato tra i vigneti, quasi frammento di corpo celeste smaterializzato dalle lastre di acciaio. L’acciaio è pensato come rivestimento mimetico, dove riflette il contesto, ed è al contempo materiale in grado di illuminarsi se visto da altre angolazioni. Così, semplicemente, l’architettura/porta al mondo sotterraneo del vino diventa un faro attrattivo per chi attraversa questa landa.

Ma è solo un richiamo appunto, un invito ad arrivare, avvicinarsi ed entrare nel cuore della terra e dell’opera, sostanzialmente ipogea. Come l’occhio vigile della Terra madre e matrigna, un lembo di collina si piega, si curva, palpebra che si solleva e si apre appena sul contesto.

Parte dell’edificio è destinata alla produzione, parte all’ospitalità e ad un percorso di avvicinamento e conoscenza dei vini che vuole essere un’esperienza immersiva.

E, a sentirlo raccontare, quello che ci aspetterà sarà una progressiva discesa, con ascensore, nel ventre accogliente della cantina vera e propria, a cui si accede da una fessura appena accennata, come fosse l’ingresso nascosto al Paese delle Meraviglie.

Forme pulite, semplici, ieratiche all’esterno, coinvolgimento sensoriale totale all’interno, per dare vita ad una realizzazione dalla forte personalità, che sappia impressionare chi la percorre e la vive.

Non ci è dato sapere troppo, se non che il materiale principe per la parte sotterranea sarà il cemento, materiale stato scelto anche per poter dare vita ad una sorta di manifesto aziendale, visto che la famiglia proprietaria è anche titolare dell’azienda Colacem, leader nella produzione di cementi, appunto, e leganti idraulici.

E’ anche un materiale che con il vino va a braccetto da sempre, ed è ideale per dare libero sfogo alla creatività dell’architetto, la cui cifra stilistica, dedita allo sviluppo di forme sinuose e morbide può, così, trovare la sua massima espressione.

Il cantiere, che si estende su un’area di 5000 mq., è in progress, e prevede anche un intervento, in continuità concettuale con la cantina, che coinvolgerà il Castello, con il ripensamento delle stanze dell’albergo e dell’area spa e benessere.

Un Benessere totale quello che dovrà avvolgere l’ospite, sia che si trattenga il breve tempo di una degustazione, sia che si fermi più giorni, che non dimentica i giardini del Castello e le colline tutt’intorno.

Anche negli spazi aperti infatti proseguirà l’esperienza sensoriale che darà forza, forma e protagonismo agli elementi, dalla terra al cielo, dal profumo del vino al gorgogliare dell’acqua, affinché ogni angolo di questa tenuta diventi contenitore di vita e ancestrale locus amoenus dove l’IO ospitato sia valorizzato, coccolato, rinfrancato, umanizzato.

Se la felicità è propria delle piccole cose il comfort arriva silenzioso da spazi e oggetti che spesso agiscono su di noi in modo impercettibile e inconscio.

L’architettura di Simone Micheli vuole sempre dare nuova forma a una storia, guardare al passato e al presente con rispetto, abbandonando tutti gli stereotipi che spesso condizionano in modo inconsapevole ma sostanzioso il nostro modo di abitare gli spazi, di stare in un luogo.

I lavori inizieranno con tutta probabilità nel 2024.

Speriamo di poter presto vivere e abitare questa nuova realtà.

Simone Micheli fonda lo Studio d’Architettura nel 1990 e nel 2003, con Roberta Colla, la società di progettazione Simone Micheli Architectural Hero con sede a Firenze, Milano, Puntaldìa, Dubai, Rabat e Busan. La sua attività professionale si articola in plurime direzioni: dai master plan all’architettura e interior, dal design al visual passando per la grafica, la comunicazione e l’organizzazione di eventi. Le sue creazioni, sostenibili e sempre attente all’ambiente, sono connotate da una forte identità e unicità. Numerose sono le sue realizzazioni per le pubbliche amministrazioni e per importanti committenze private connesse al mondo residenziale e della collettività. È curatore di mostre tematiche – contract e non solo – nell’ambito delle più importanti fiere internazionali di settore. In collaborazione con Roberta Colla ed il suo team di professionisti, tiene master, conferenze, workshop e lecture presso università, istituti di cultura, enti ed istituzioni di molte città del mondo. I

suoi lavori sono stati presentati nell’ambito delle più importanti rassegne espositive internazionali. Molte sono le pubblicazioni su riviste, magazine, quotidiani italiani ed internazionali.

A cura di Francesca Pagnoncelli Folceri

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