Metti una spiaggia sarda, di quelle da cartolina: lunga, con la sabbia sottile ma non troppo, di quel colore ocra caldo e avvolgente, che se la guardi dall’alto ha la classica forma di mezza luna…sono decenni che ci vengo ma il nome ufficiale ancora non l’ho scoperto: Spiaggia Mannena, Spiaggia di Barca Bruciata (l’origine di questo nome cela dietro di sé una leggenda, ma questa è un’altra storia e ve la racconterò la prossima volta….). Metti che da sempre su questa spiaggia vi sono state baracche, più che chioschi, dove poter mangiare qualcosina in caso di vuoto di stomaco (vi è stata un’epoca meravigliosa della mia vita in cui, per due, tre stagioni, qui ho lavorato pure io…orario dei lavoro: dal tramonto all’alba…(ma anche questa è un’altra storia e me la tengo per me…).
Oggi la baracca è stata trasformata in un bellissimo chiosco la cui vista abbraccia la spiaggia, il mare, il cielo, l’infinito e oltre.
Si pranza e si cena. Vi è anche un’area relax con ombrelloni, poltrone, divenenti per chi vuole sdraiarsi e perdersi in questo mare durante il giorno. Ma l’atmosfera della sera, sotto le stelle o con la luce eterea della luna che nell’acqua si rispecchia…è una magica sensazione. Lo sguardo si perde, lo sciabordio delle onde culla, il profumo della Sardegna inebria.
Poi vuoi mettere la libertà di passare dall’ultimo bagno alla tavola senza passare dal via???
Non ha prezzo!
Posto meraviglioso, conciliante, senza dubbio.
E poi…e poi…e poi si mangia bene. E il servizio è pure attento e accurato.
Dettagli? Non da poco, anzi. Si sa che il dettaglio può fare la differenza. Accoglienza educata e cordiale, musica d’atmosfera al giusto volume in sottofondo, tavoli distanziati in modo da assicurare la privacy dei commensali, personale (Dino su tutti) presente con discrezione, che sa seguire i tavoli scegliendo i tempi giusti.
Piatti coloratissimi e buoni, ottimi direi, visti i limiti strutturali e le difficoltà logistiche del chiosco.
Carta dei vini corta ma non troppo, poco originale ma ci pare giusto così, ci mancherebbe. Attenzione ai prodotti del territorio.
Pescato fresco del giorno proposto quando disponibile (in foto orata e branzino del luogo).
Sushi per tutti i gusti.
Antipasti semplici con tocco di creatività. Abbiamo provato il Tonno scottato, avocado, arancia e pistacchio – vd.foto).
Primi piatti gustosi e ricchi. Abbiamo provato Spaghettone Verrigni alle vongole e bottarga di Cabras (vd.foto)
Linguine Verrigni ai crostacei, paure al pistacchio e basilico, così buone che me le ricorderò…(vd.foto)
Fregola, crudo di gambero, aneto e limone, piatto fresco e la fregola come deve essere. (vd.foto)
Malloreddus con ragù di agnello, pecorino e menta, hanno reso felice mio figlio.
Frittura di calamari e gamberi con aioli all’erba cipollina: l’aioli ha acceso un piccolo dibattito a tavola sulla correttezza dell’accostamento, ma non è comunque avanzato. Ottimo segno.
Nella glacette un correttissimo Vermentino di Gallura DOC: Branu delle vicinissime Cantine Surrau. Sapido, fresco, sardo al punto giusto.
COSA MANCA:
Tovaglie o anche meglio tovagliette sopra i bei tavoli in legno. Siamo SUL MARE. Non è pensabile non sapere dove appoggiare posate, pane, ecc.
Un po’ di illuminazione in più al tavolo quando tramonta il sole e cala la sera.
The Ghost Writer
Lascia un commento