Stefania Turato, una sommelier per amica

Stefania Turato, una sommelier per amica

Ho conosciuto Stefania diversi anni fa, direi sicuramente prima del 2009, durante uno dei pochi Vinitaly a cui, con il Consorzio di appartenenza della mia azienda vitivinicola, ho partecipato. Ricordo di lei la bella presenza, il modo di presentarsi impeccabile in tenuta da sommelier e con tanto di spilletta che subito consente di riconoscere chi della cultura del vino si è innamorato al punto da farne un abito, una carta d’identità.

All’epoca lavorava in Rinascente. E’ stato un incontro abbastanza formale, ma io non amo la formalità e, fortuna o sfortuna, mi piace provare subito a mettere ogni rapporto sul piano strettamente umano.

Bhe, in questo caso mi è andata bene…e non a caso. Il cognome Turato nasce come abbreviazione del cognome “Bonaventura”. Bonaventura indicava ed augurava buona fortuna, e a sua volta deriva dal latino “venturus” (da “venio”, arrivare o colui che arriva, come Stefania è arrivata da me…). Più diffuso Turati, ma la O finale è tipica della zona da Padova e oltre, verso i nostri confini orientali.

Stefania Turato è, nella realtà, Wine Coach, Formatrice, Sommelier e, come lei stessa racconta, si è appassiona fin da bambina ai profumi, agli odori. Dopo studi economici e linguistici, incontra il mondo del vino nel 1992 e vi si immerge completamente, viaggiando alla ricerca del gusto perfetto, dell’abbinamento esaltante, delle emozioni che solo i tesori in bottiglia possono regalare, e che racconta nei suoi reports sul vino .

 

Mi è andata bene, benissimo dicevo, perchè se nei primi anni ci siamo viste in poche occasioni, ad ognuna di esse il nostro rapporto diventava sempre più umano, sempre più morbido, sciolto, spontaneo…una delle foto dell’articolo ci ritrae durante un evento da me organizzato a Milano presso la Scuola di Cucina Teatro 7. Felici insieme.

Ogni occasione di incontro ci ha avvicinate, facendoci scoprire affinità emotive e intellettuali che ci hanno fatto sognare e progettare e partecipare insieme ad alcuni progetti.

Immaginate il mio stupore e la mia gioia quando nel 2019 Stefania mi ha annunciato che avrebbe aperto la sezione Fisar di Bergamo. In primis, le ho regalato una cassetta della posta e l’indirizzo di casa mia per poter dare un riferimento fisso alla sua nuova avventura.

Ecco come Stefania racconta la sua mission sul territorio:

“La Delegazione Fisar di Bergamo nasce con l’impegno a diffondere il vino come strumento di conoscenza. Il vino per noi è una bevanda portatrice di valori come la sostenibilità, che accompagna passato e futuro della nostra associazione e dei nostri luoghi. La Delegazione Fisar di Bergamo riflette l’autenticità del territorio in cui nasce e dei suoi abitanti; possiamo affermare che rappresenta un’ulteriore strumento per riconoscere e riconnettersi la meravigliosa realtà bergamasca.”

Eravamo pronte, ci siamo preparate insieme per dare vita al primo corso di sommellerie bergamasco di Fisar con tanto di comunicazione, e Stefania aveva già raccolto adesioni. Peccato che è arrivato C19, e tutto si è bloccato.

Noi no però, non la nostra ormai amicizia e voglia di fare insieme, di confrontarci, di costruire la cultura del vino partendo dalle emozioni che è in grado di suscitare in tutti noi. La grande fortuna di avere un’amica sommelier, soprattutto simpatica, intelligente, profonda, è che parlare di vino non diventa mai un lavoro, una declamazione spinta da ansia di prestazione, con uso di terminologia tecnica al fine di stupire. Si parla di vino per il piacere che dà, ridendo, scherzando, brindando, dicendo tutto ciò che ci pare e piace senza alcun timore di essere giudicata.

Appena possibile Stefania ha pertanto ripreso con le sue attività, e finalmente, vista la sua frequente presenza in bergamasca, ci si vede più spesso.

Ora aspetto solo che si trasferisca a vivere a due passi da me.

A cura di Francesca Pagnoncelli Folceri 

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